Lavorare per Vivere, Vivere per Pensare, Pensare per Migliorarsi – Cronaca Cittadina dal settimanale “La Nuova Elsa” 1882/1884

Laura Nocentini - Mino Paradisi

 

PRESENTAZIONE

L'Associazione Culturale “Mino Maccari” ringrazia gli amici Mino Paradisi e Laura Nocentini che, attraverso una accurata ed attenta ricerca tra i numeri de “La Nuova Elsa”, pubblicati dal 1882 al 1884, hanno raccolto la cronaca cittadina e selezionato le notizie più rilevanti per offrirci questo spaccato degli avvenimenti dell’epoca.Riteniamo questo contributo un valido supporto per tenere vive quelle radici storiche e culturali locali che fanno parte della storia cittadina e per questo ci appartengono e sono un valore per tutta la nostra collettività.
Una tradizione giornalistica esplosa nel periodo finale del secolo XIX a Colle di Val d’Elsa con la nascita di alcune testate giornalistiche influenzate dai cambiamenti sociali che interessarono l’Italia nel periodo post-unitario con l’affermarsi di nuove classi sociali che con l’intensificarsi dell’attività industriale nella Valdelsa si sviluppano sul territorio.
Mentre da ogni dove ci giungono giornali grossi e piccini, c’è montato il ghiribizzo d’arrabescare un periodico che parli di questa città e della fertile vallata dell’Elsa Con questa dichiarazione di intenti Ettore Capresi insieme a Quinto Conti, Filippo Bottai ed Enrico Bettazzi danno vita, nel 1878, a “L’Elsa” per farsi portavoce della società colligiana. Il campo di interesse del giornale però non si esauriva nella Valdelsa ma prestava attenzione e commentava con analisi mirate i fatti sia politici sia culturali che avvenivano nel resto di Italia e nel mondo.
Nel 1882 Ettore Capresi fonda “La Nuova Elsa” sulle ceneri de “L’Elsa”, dove la linea politica diviene più critica e più attenta alle classi sociali com’è facilmente percepibile da questo estratto dal n. 40 del 26 agosto 1883:
democrazia è popolo e popolo siamo tutti ... Impossibile è concepire il bene di tutti conservando da un lato la più sfarzosa opulenza, dall’altro la più squallida miseria
“La Nuova Elsa” rappresentò un efficace e stimolante mezzo di propaganda e diffusione delle idee democratiche, che durante gli anni ottanta, con lo sviluppo industriale ed economico del centro urbano, si stavano consolidando nel ceto medio produttivo, commerciale ed intellettuale di Colle di Val d’Elsa staccandosi dalla borghesia industriale ed avvicinandosi sempre più agli operai vero ceto produttivo.
Basandosi su un programma repubblicano-radicale, influenzato in particolare dagli ideali mazziniani e garibaldini, i redattori de “La Nuova Elsa” si ponevano la finalità della battaglia elettorale e sostennero le prime candidature operaie; per lo più aderenti alla Società Democratica locale, fondata nel 1867 da Ettore Capresi, che si ispirava alla pace e alla giustizia sociale, in nome di uno spirito filantropico che condannava gli scioperi e la lotta di classe. Una grande importanza era riservata all’alfabetizzazione ed alla istruzione del popolo che veniva infatti vista come unico mezzo di riscatto, all’insegna del motto di Ettore Capresi, riportato
sempre accanto alla testata de “La Nuova Elsa” e successivamente su quella de “La Martinella”:
lavorare per vivere, vivere per pensare, pensare per migliorarsi.
Nel 1884 nasce, sulle ceneri de “La Nuova Elsa” non risparmiata dalla censura dell’epoca, “La Martinella”, che lentamente, come da uno slogan coniato dai redattori, non a salti ma sempre avanti diventerà sotto la direzione di Vittorio Meoni, subentrato ad Ettore Capresi, il giornale di riferimento regionale dei socialisti cambiando, nel 1893, la sottointestazione del titolo da“giornale democratico settimanale a organo della sezione socialista regionale toscana del partito dei lavoratori italiani”. Pubblicato fino al 1915 raggiungerà una tiratura di circa 6000 copie.
Una tradizione giornalistica locale che proseguirà successivamente con la nascita de “Il Selvaggio” di Mino Maccari che diventerà, pur nascendo come giornale politico, una rivista culturale di livello nazionale e sarà pubblicato fino al 1943.
Di questo importante passato oggi non resta che un vuoto in attesa di essere riempito.

Il Presidente Antonio Casagli

 

NOTA DELLA CURATRICE

I periodici pubblicati a Colle sul finire dell’Ottocento – “L’Elsa”, “La nuova Elsa”, “La Martinella”– sono stati studiati dal punto di vista della storia politica ed economica ed anche dell’aspetto lessicale.
Dal canto nostro abbiamo voluto presentarvi, grazie alla paziente trascrizione di Mino Paradisi, la Cronaca cittadina del giornale “La nuova Elsa” assieme ad altre notizie, ritenute importanti e significative come ad esempio quelle riferite alla ferrovia, per consentire un marcato e colorito affresco della vita quotidiana del periodo. Tuttavia abbiamo operato una scelta in certi casi inevitabile eliminando pezzi troppo legati alla realtà locale del momento (tanto da pregiudicarne oggi il senso) assieme a notizie minime e scarsamente rilevanti.
Nella trascrizione si è rispettata la grafia originale intervenendo solo in caso di palesi errori grammaticali o refusi e dunque lasciando assolutamente invariate le forme linguistiche ottocentesche e dialettali. Si è cambiata talvolta la punteggiatura in quei casi nei quali un uso disinvolto della virgole e specialmente del punto e virgola poteva mettere in crisi il significato del testo.
Sul periodico le diverse notizie sono prima separate tra loro da uno spazio, successivamente da asterischi e ancora la separazione è costituita dall’argomento o dalle prime parole in grassetto; abbiamo riprodotto fedelmente le tre modalità.
Il numero 1 del giornale, avvertendo che vuole essere la continuazione de “L’Elsa” uscito per il primo semestre del 1878, riporta il programma da perseguire, i principi ai quali ispirarsi, la condotta da tenere; dunque una dichiarazione di intenti, riprodotta qui per intero, ispirata al motto “Lavorare per vivere, vivere per pensare, pensare per migliorarsi”, mantenuto poi da “La Martinella”.
“La nuova Elsa” non si presenta in linea con la testata precedente, quale espressione della borghesia liberale moderata colligiana, bensì essa abbraccia e vuol diffondere gli ideali democratici, si rivolge ai ceti lavorativi, vuole dar voce agli operai; dunque diversi sono i riferimenti. Le idee radicali trasmesse dagli articoli però sono mira della censura e ne determinano la chiusura dopo nemmeno due anni.
Nella Cronaca cittadina sono pubblicate notizie di incidenti, infortuni e morti sul lavoro accanto alla cronaca nera con aggressioni, omicidi, suicidi, ma è dato spazio anche ai lettori:“apriremo una rubrica perché il pubblico garbato possa dire la sua senza offesa d’alcuno”.
Gli argomenti riguardano la salute dei cittadini, le malattie (febbre malarica, ileo-tifo, idrofobia, tubercolosi, pellagra, tetano, colera), l’igiene pubblica anche riferita agli alimenti, l’inquinamento (“l’aria che respiriamo e in città e dentro le case è infettata dai pessimi miasmi che si sviluppano dalle stalle, dalle fogne, dai pozzi neri, dagli acquai, dai pubblici orinatoi e dal sudiciume d’ogni natura che in forma di pulviscolo s’innalza dalle strade giammai spazzate a dovere”), le vie insufficientemente illuminate, la scarsa manutenzione delle fontane per l’approvvigionamento dell’acqua, lo stato delle fognature, la richiesta di servizi utili per tutti come una cassetta per imbucare la corrispondenza sotto i loggiati di piazza Arnolfo, le latrine, la pesca, l’attività musicale (banda e filarmoniche) e teatrale (Accademia filodrammatica Bellotti-Bon, Società filodrammatiche L’Unione e Buonafini), le associazioni assistenziali, politiche, culturali, l’istruzione (la lotta all’analfabetismo con la costituzione della Società d’istruzione per gli adulti analfabeti), la difesa dei lavoratori, le notizie delle sedute del Consiglio comunale e della Giunta e delle decisioni da essi adottate.
Tratti salienti che ci piace annotare sono: la solidarietà messa in atto in concomitanza di eventi disastrosi di carattere nazionale (alluvione nel Polesine e terremoto a Ischia), l’onestà, la rettitudine, il rispetto delle leggi – “I Colligiani rispettano le leggi anche quando non sono convinti della loro giustizia” –, il tutto condito di orgoglio colligiano, ironia e giocosità, senso di giustizia, di anticlericalismo nettamente convinto, ma anche espresso in maniera scanzonata.
Larga parte ovviamente è dedicata al dibattito politico, alle elezioni politiche e amministrative, all’incitamento ad iscriversi nelle liste elettorali e a sostenere le prime candidature operaie.
Non manca, anzi è molto evidente, un intento morale ed educativo espresso raccontando i fatti in modo da sollecitare il rispetto delle opinioni altrui, l’aiuto reciproco e verso i poveri, la sensibilità verso gli animali, ma anche mettendo in guardia contro la chiaroveggenza, contro il fumo, il bere, il gioco, le malattie veneree, ritenute vere e proprie piaghe sociali.
I valori da trasmettere attraverso le pagine del giornale sono: la democrazia – cioè uguaglianza, libertà, progresso, giustizia sociale –, la lealtà, il patriottismo manifestato platealmente attraverso l’esaltazione e la celebrazione di figure del Risorgimento quali Giuseppe Garibaldi e Guglielmo Oberdan, morti ambedue nel 1882 e Alberto Mario nel 1883. Per il primo ci si premura subito di “rivolgere una petizione al Comune perché la via dell’Arringo venga da qui innanzi chiamata Via Garibaldi già dell’Arringo”; per il secondo alcuni giovani costituiscono un circolo politico a lui intitolato; anche per il terzo un Comitato di giovani fa un’adunanza per giungere alla formazione di un Circolo.
Si apprendono tra l’altro notizie più o meno note come, per esempio, i nomi dei ritrovi: Caffè La Pace, Caffè l’Ebe, Caffè Arnolfo, Caffè Popolare, Caffè Garibaldi aperto al pubblico giovedì 1 marzo 1882; oppure che esistevano fabbriche di “bozzetti da pipe” e i possibili usi – come“ospitare una buona razza di stalloni”, deposito di “macchine agrarie”, caserma di “due compagnie di fanteria” – del Convento di S. Francesco divenuto proprietà del Regno per effetto della soppressione del 1866.
Ampio spazio è dedicato all’attività del Comizio agrario a sostegno dell'agricoltura e per la diffusione di tecniche e innovazioni in campo agricolo, anche con assegnazione di premi fra gli allevatori bovini e per le migliori coltivazioni, e del Tiro a segno quale istituzione nazionale con il duplice compito di abilitare e addestrare i non appartenenti ai corpi armati dello Stato (ad esempio. guardie giurate, polizie locali) e di favorire e sviluppare la pratica sportiva.
Diverse possono dunque essere le chiavi di lettura del contenuto de “La nuova Elsa” e l’intento di questa pubblicazione è appunto quello di stimolarne la conoscenza quale fonte di indicazioni per ulteriori approfondimenti.

Laura Nocentini

 

Indietro